Fiscalità nel Network Marketing

Ti sfido a trovare un’attività dove si pagano meno tasse di quella di cui ti andrò a parlare oggi. La fiscalità nel Network marketing è incredibilmente vantaggiosa.

 

Esiste infatti in Italia un’attività che, tra tutte quelle che posso immaginare nel panorama fiscale e previdenziale italiano, paga meno tasse di tutti.

La pressione Fiscale in Italia

Attenzione, l’Italia è quel paese dove la pressione fiscale viene spesso definita asfissiante.

 

Ad onor del vero, ci sono già alcuni tipi di regimi che permettono di pagare poche tasse, ma sono normative temporanee che si rinnovano di anno in anno o meglio di governo in governo. Ad ogni modo, hanno spesso limitazioni nel tetto massimo di fatturato, vincoli nelle deduzioni e detrazioni, e soprattutto limiti nello svolgimento di altre attività imprenditoriali.

Un regime unico nel Network Marketing

Oggi invece voglio parlarti del regime ordinario di chi fa Network marketing e di come questo sia un vero e proprio unicum nel panorama fiscale e previdenziale italiano.

 

Il Network marketing è quel sistema distributivo per cui si viene remunerati non solo per il lavoro che si genera direttamente ma anche dal fatturato da chi si porta nella struttura. 

 

Troverai sul mio canale YouTube una marea di video per approfondire l’argomento.

Fiscalità nel Network Marketing

Quello che voglio fare oggi è fare chiarezza una volta per tutte sull’argomento fiscale normativo nel Network marketing perché c’è moltissima confusione a riguardo e questo aggiunge scetticismo a un’industria già flagellata da birbanti e furbetti.

 

Purtroppo, spesso leggo o vedo anche professionisti che ancora non hanno chiaro come funziona e che ti danno informazioni parziali solo perché vogliono venderti la loro consulenza senza mai aver fatto Network marketing o senza comprendere appieno le leggi perché magari sono commercialisti e non avvocati.

La mia esperienza e competenza

Ecco qui che ti spiego da avvocato, commercialista e networker professionista come funziona. Bada bene, non te lo dico in maniera autoreferenziale, semplicemente perché voglio darti qualche elemento per farti capire che sono veramente esperto della materia. 

 

Anche perché, per quanto mi risulta, sono l’unico che ha scritto nel 2019 il primo e al momento unico best seller sull’argomento: le opportunità legali e fiscali che nessuno ti ha ancora spiegato.

Qui trovi i miei libri sul network marketing

La Legge e il Network Marketing

  1. Chi fa Network marketing è equiparato dalla legge a un venditore porta a porta. Quelli della Folletto, per intenderci, ma ovviamente l’attività di Network marketing nulla c’entra con quest’ultima.
  2. C’è una normativa specifica che regola la tassazione e no, non è la legge 173 del 2005.
  3. Vengono pagate imposte per il 23% sul 78% dell’imponibile. Non farti ingannare dai calcoli. Ciò vuol dire un’aliquota di solo il 17,94%. Hai capito bene, solo il 17,94% di quanto guadagni va allo Stato.
  4. Non si possono dedurre costi perché determinati in maniera forfettaria nella misura del 22%, ma si può detrarre l’IVA e nel mio libro espongo il mio pensiero al riguardo.
  5. Riguardo ai contributi, ci si iscrive a una gestione separata che calcola l’aliquota sullo stesso imponibile del 78%, ma 2/3 viene pagato dall’azienda e 1/3 viene pagato dal promoter. Dopo 5 anni puoi avere già diritto alla pensione ed il tuo codice è un vero e proprio asset che può essere anche ereditato. Non è niente male, considerato soprattutto che non ci sono tetti di fatturato.

Facciamo chiarezza

  1. Se guadagni vendendo prodotti o servizi nel Network marketing, sappi che questi guadagni sono soggetti a tassazione. Nulla di più falso di chi attacca i networker sulle tasse. Insieme ai dipendenti, siamo tra quelli che non possono, anche volessero, sottrarsi all’imposizione fiscale. Ovviamente mi sto riferendo a un’attività legale.
  2. Spesso chi cita la legge 173 del 2005 per indicare la tassazione alla contribuzione, quella legge non l’ha forse nemmeno mai letta. La legge 173 del 2005 è talmente chiara e asciutta che non sembra nemmeno una legge italiana. E te lo dico da avvocato. Non è lì che viene normata la tassazione, lì viene definito altro interessante ma non la tassazione.

Normativa di riferimento

La tassazione dell’attività di networker, o meglio quella della vendita porta a porta cui il networker è assimilato, viene stabilita dal DPR 600 del 1973 che regola le imposte sui redditi e stabilisce all’articolo 25 bis che il venditore porta a porta può usufruire di una deduzione forfettaria del 22%. 

Cosa vuol dire?

 

Facciamo un esempio pratico e semplice come piace a me.

Facciamo finta che tu guadagni 1000 euro. Che tu abbia costi o meno dalla tua attività di Network, la legge ti riconosce un 22% di costi in maniera forfettaria senza che tu debba dimostrare nulla. Guadagno 1000 euro, uso l’auto per andare a parlare con un cliente, o l’abbonamento di Zoom che uso per connettermi con i miei collaboratori, uso il cellulare per sviluppare il mio brand sui social. Se il totale di quei costi è superiore o inferiore a 220 euro, cioè il 22% di 1000, a me comunque vengono riconosciuti 220 euro di costi inerenti

Vantaggi della Deduzione Forfettaria

Se guadagno 10.000 euro, a parità di attività e costi, ovviamente l’importo forfettario sale a 2200 euro perché viene riconosciuto sull’importo guadagnato e a prescindere da quanto io spenda effettivamente. Semplice, direi proprio di sì.

 

E questo è un enorme vantaggio:

 

  1. Non mi devo preoccupare di giustificarli i costi.
  2. Non devo averli per abbattere l’imponibile.
  3. Non devo sapere se sono inerenti o meno.
  4. Non devo avere una contabilità con tutti annessi e connessi come commercialista scadenze.
  5. Non mi devo preoccupare di accertamenti dell’Agenzia delle Entrate perché non posso sbagliare.

 

E poi cosa dice il DPR 600 del 1973? 

 

Che su quell’imponibile di 780 euro, il 78% di 1000, io pagherò l’aliquota fiscale attualmente più bassa per le persone fisiche, ovvero il 23%, che su 1000 euro è il 17,98%.

Cosa dice la Costituzione

Anche qui occorre soffermarsi un attimo su questo dato per capirne la portata. 

 

La nostra Costituzione all’articolo 53 prevede che “tutti sono tenuti a concorre alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Cioè chiunque è tenuto a versare tasse e imposte in base alla propria possibilità economica.

 

Direi fino a qui nulla di speciale: se sei ricco devi versare più tasse di chi è più povero. Facile, forse, però non sai o non ricordi che l’articolo 53 della Costituzione continua dicendo “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. 

 

Che vuol dire? 

 

Anche per chi non si ricorda degli studi delle scuole, c’è un’enorme differenza tra proporzione e progressione. Bada bene che il concetto non è così banale ma soprattutto incide sulle tasche del contribuente in maniera significativa.

Proporzionalità e Progressività

Spieghiamola in maniera semplice: l’imposta è proporzionale quando, se Tizio guadagna 10 e Caio guadagna 100, ad entrambi viene applicata l’aliquota del 23%. 

 

Il gettito fiscale, quindi l’imposta ovvero quanto paga Caio, è ovviamente 10 volte quello di Tizio ma l’incidenza sul reddito è la stessa. Mentre quando parliamo di imposta progressiva e quindi il nostro sistema tributario, Tizio paga sempre il 23% su 10 ma Caio paga il 23% su 15 e il 35% su 85. Ecco perché si dice che chi è più ricco paga più tasse. 

 

Ma ecco perché spesso viene contestato il sistema tributario. Ora non voglio addentrarmi in polemiche politiche, non è questo il luogo, ma questo è quanto prevede la Costituzione.

Fiscalità nel Network Marketing

La fiscalità nel Network marketing, come hai visto, offre un regime fiscale decisamente agevolato rispetto ad altre attività.

 

Spero che queste informazioni ti siano state utili e che ora tu abbia una comprensione più chiara del sistema fiscale nel Network marketing. 

 

Se hai domande o vuoi approfondire ulteriormente, lascia un commento qui sotto o dai un’occhiata al mio libro per ulteriori dettagli.

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